INCONTRO FORTUITO

RACCONTI EROTICI

Erano mesi che non avevo un rapporto con una donna. La fine della mia relazione mi aveva stroncato, sia mentalmente che fisicamente, e non volevo ingabbiarmi nuovamente in qualcosa che mi privasse della mia libertà. Però non potevo nemmeno evitare di incontrare altre donne, per quello mi ero iscritto qui sul sito, però non avevo riscosso molto successo.

Fino a oggi.

Una nuova singola, mai vista sul sito, mi scrive di sua spontanea volontà.

Il suo fisico è mozzafiato e cerca qualcosa senza troppo impegno. Proprio quello che interessa a me.

Ci scriviamo senza usare i nostri nomi per la privacy ma sento di conoscerla da tempo.

Non perdiamo troppo tempo e fissiamo un incontro già per il giorno dopo a cena.

Prenoto a mio nome anche una camera di albergo per la notte, non si sa mai.

Opto per un vestiario casual e, con un filo di ansia, guido fino al ristorante continuando a domandarmi il perché mi sembra di conoscere già quella donna.

Sono in anticipo e quindi mi siedo direttamente al tavolo ad aspettarla. Immerso nei miei pensieri non mi accorgo del cameriere che si avvicina con una donna al mio tavolo.

Mi riscuoto solo nel sentire un sonoro “Ma non ci posso credere!”.

Alzo lo sguardo e la vedo. Stefania, la ragazza che mi rifiutò alle superiori, quella che stava con il bullo che mi pestava ogni sacrosanto giorno.

“Siamo in due allora…” le risposi invitandola a sedere con la mano. Una parola tirava l’altra mente ci raccontavamo le nostre vite. Si era trasferita in zona da poco e, come me, anche lei si era appena lasciata con il “bullo” dopo più di 13 anni di relazione… l’aveva beccato a letto con un’altra. Mi scappò un sorriso malizioso nel pensare che, ogni tanto, il karma gira non è poi così male.

Cenammo e chiacchierammo per diverse ore, un bicchiere di vino tirava l’altro e, quando finimmo, avevamo bevuto tutta la bottiglia. Dopo aver pagato uscimmo dal locale e ci muovemmo verso il parcheggio.

Non feci in tempo a girarmi per chiederle cosa volesse fare che Stefania mi mise subito una mano sul cazzo facendo finta di abbracciarmi. “Hai preso un albergo vicino? Non vorrei che la serata terminasse qui “ chiese lei.

Le presi la mano e la invitai a seguirmi in auto ridendo di gusto, fortunatamente l’albergo era dietro l’angolo.

La portai all’albergo più velocemente possibile e salimmo le scale che portavano alla camera del primo piano in cui avremmo passato la notte. Davanti a me il suo culo dondolava in maniera ipnotica.

Mentre chiudevo la porta, Stefania, non perse tempo. Si spogliò completamente della maglia e dei jeans che aveva indossato, rimanendo solamente con il completino intimo scelto appositamente per l’occasione.

“Certo che non perdi proprio tempo tu” le commentai con un mezzo sorriso mentre mi svolavo anche io i miei vestiti (mutande comprese) e mostrandomi in tutta la mia nudità.

“Ah perché tu?” mi tiro a sé prendendo delicatamente con la mano il mio pene e avvicino lentamente le sue labbra alle mie, senza toccarle, sentivo il suo fiato caldo sulle mie labbra. Col naso sentivo il profumo dei suoi capelli, un profumo delicato ma allo stesso tempo sensuale.

“Sei pronto?” Sussurrò con un fiato e, senza aspettare la risposta, iniziò a scendere con la bocca fino a raggiungere il mio sesso.

Una sensazione impareggiabile, la sua lingua che mi turbinava intorno alla mia cappella, mentre con una mano massaggiava delicatamente i testicoli. Era passato del tempo dalle superiori ma ricordavo ancora benissimo quanto avrei voluto che quel momento accadesse allora.

Lei era bravissima, avida di avere il mio membro tra le sue labbra ricoperte da un rossetto rosso fuoco.

Dopo un momento iniziale in cui chiusi gli occhi per il piacere, li aprii per guardarla meglio, i suoi seni spuntavano dal reggiseno rosso trasparente mentre correndo verso il basso, vidi la sua mano che massaggiava la sua vagina da sopra le mutandine, anch’esse rosse.

Le presi tra le mani i lunghi capelli scuri per allontanarla dal mio sesso, avevo un’idea.

“Aspetta fammi sdraiare e mettimi la tua figa in faccia” le chiesi, osservando il suo volto divertito piegato verso di me.

Lei rise, e annui spostandosi sul letto mentre si toglieva l’intimo ormai fradicio e liberava il suo prosperoso seno.

Quella notte l’avrei avuta tutta per me, quasi fossi in un sogno.

Non dovetti tardare per vedermi sbattere in faccia la sua vagina ricca di umori, mentre lei si avventava nuovamente sul mio cazzo.

Iniziai a leccare, concentrandomi dapprima sul clitoride, e poi scorrendo lungo le labbra. Il sapore di sesso che avevo in bocca era eccitante, più leccavo più si bagnava. Più si bagnava, più gemeva di piacere. A ogni leccata inclinava la schiena ma non smetteva mai di succhiare il mio cazzo, ormai molto gonfio.

“Ti voglio dentro di me” ansimò lei dopo qualche minuto di 69.

“Non voglio sprecare questo bel cazzone e ora scopami come se fossi la tua troia!”

Non perse tempo, e si sdraiò davanti a me. Incrociò le gambe dietro i miei fianchi e mi tiro verso di lei decisa.

Accompagnai questo avvicinamento e infilai il mio pene dentro la sua vagina. Era una sensazione nuova, sentivo come se fosse la cosa più naturale del mondo, provavo così tanto piacere dall’avere paura quasi di venire subito. Mossi il bacino con molta calma e con movimenti costanti, mentre lei ansimava di piacere abbracciando avvinghiandosi a me e infilando le unghie nella mia schiena.

Eravamo un tutt’uno di piacere, il mio petto contro il suo, sentivo i suoi seni strusciare su di me mentre la penetravo con delicatezza, alternando i ritmi.

Cambiammo posizione, mi fece sedere sul bordo del letto mentre lei si inginocchiava su di me, gestendo un ritmo a lei più consono. Questo mi diede l’opportunità di vedere meglio un piccolo neo che spuntava in mezzo ai seni. Presi a baciarlo, spostandomi poi a succhiare i capezzoli e massaggiarli con le mie mani. Ero troppo eccitato, e lei più di me. Si tratteneva a stento dall’urlare solo perché era notte fonda e non eravamo gli unici ospiti della struttura.

Sentivo però i suoi gemiti di piacere mentre faceva su e giù sul mio cazzo sempre più velocemente.

“Lo sento pronto, mettimelo nel culo, voglio che me lo riempi” mi sussurrò all’orecchio mentre si alzava e si appoggiava allo specchio a gambe aperte. Vedevo i suoi seni pieni della mia saliva schiacciati contro il vetro e il mio pene ebbe un sussulto. Lo guardai, sarei veramente venuto da lì a poco. La sua vagina l’aveva lasciato bello umido dei suoi umori, sarebbe scivolato dentro tranquillamente nel suo culo; culo che lei stava già preparando con due dita. Non me lo feci ripetere due volte, era giunto il momento.

Spostai lentamente il mio cazzo verso il suo lato proibito. Le appoggiai la punta del mio pene spingendo dolcemente.

Avevo ragione, entrò tutto e subito.

Stefania gemette mentre si mordeva il labbro inferiore.

Iniziai piano, accelerando sempre più. A darmi il rimo lo specchio che batteva leggermente contro il muro spinto dai suoi seni.

La vidi spostare una mano verso il clitoride per massaggiarlo, stava godendo come una vera porca.

Non dovetti aspettare tanto, stavo per venire e lei lo sapeva. Accelerò i suoi movimenti sul clitoride, voleva che venissimo insieme. I nostri corpi rilucevano sudati sotto le lampade della camera.

Accadde tutto in un attimo, lei esclamò un oddio di piacere ed esplodemmo entrambi, io nel suo culo, lei con copiosi schizzi per terra.

Ci adagiammo sul letto, io ansimante e lei ancora scossa dai tremiti dell’orgasmo. Felici e soddisfatti ridemmo per un po’, mentre ci godevamo il momento, un momento che almeno io aspettavo dalle superiori.

La guardai alzarsi in tutta la sua nudità, apprezzando quelle forme e sentendo il mio cuore battere per una passione sopita da tempo.

“Dovremmo sistemare prima di andarcene domani” fu il suo commento indicando il pavimento bagnato, mentre si entrava in bagno a sciacquarsi.

Sorrisi e la seguii, avevo già preso una decisione folle.

La abbracciai da dietro mentre si appoggiava al lavandino per guardarsi allo specchio.

“So che è strano chiedertelo, ma…. vorresti che questo accadesse più spesso? Magari con esclusività?”

La domanda la lasciò sorpresa, aveva capito cosa intendevo e probabilmente non se lo aspettava, in fondo però si vive solo una volta, ed era la cotta del liceo che ho sempre desiderato.

Si girò verso di me abbracciandomi il collo. Mi baciò ma a differenza di prima ci mise tutta la dolcezza e la passione di un amante, non di una avventura.

“Secondo te?” Furono le sue parole mentre con una carezza sul mio volto si avviava in doccia invitandomi a seguirla.

Un sorriso si affacciò sul mio volto, era quello che avevo sempre desiderato.

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